venerdì 14 novembre 2014

Le prime avvisaglie previste da Casaleggio

Non molto tempo fa, dopo il suo intervento a Cernobbio, Gianroberto Casaleggio rese palese il suo pensiero, spronato dalla domanda di un intervistatore. Dietro la provocazione di quest'ultimo, che lamentava l'eccessiva e confusa didattica dell'invitato, esternò il motivo per cui,
in tale evento, non si fosse preso in sufficiente considerazione il punto nodale della situazione italiana in essere, e che stava avviandosi verso ciò che egli predisse come un futuro di destabilizzazione sociale. Oggi, neanche troppo lontano nel tempo, la politica consenziente di un Governo, e seguente ammasso partitico al seguito, sta declinando ad una condizione sociale il cui unico sfogo è la protesta di Piazza. Titoli a piena pagina interessano le testate dei quotidiani, e non sconvolge tanto la violenza o i feriti registrati fino ad ora, quanto la dislocazione degli eventi sparsi nei vari centri italiani. Fuori della cadenza con cui tali dimostrazioni si ripeteranno, ciò che più invoca allarme è la volontà coesiva che spinge nuclei differenti di persone a riunirsi in una causa comune attivandosi praticamente a livello nazionale diffuso. Ciò crea disordine difficilmente riconciliabile, fomentando il desiderio di rivalsa in categorie che cominciano a non avere più niente da perdere. Se il Governo fallisse un improbabile riconciliazione nel breve tempo, chissà che non dovessimo assistere anzitempo ad una nuova tornata elettorale. In fondo l'argomento che a Loro preme maggiormente sembra essere ancora una alquanto dubbia riforma del sistema di voto.

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